Mia nonna d’Armenia

Prefazione di Dacia Maraini

Anny Romand

 16,00

Traduzione di: Daniele Petruccioli
Pagine: 128
Data di pubblicazione: 30 Ottobre 2020
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La forza di una donna e gli occhi di una bambina possono andare oltre l'orrore?
"Descrizioni scarne per raccontare fatti, parole come pietre gettate sul foglio con tutto il loro peso perché non perdano forza" Dalla Prefazione di Dacia Maraini

Nel 2014, riordinando le cose di famiglia, Anny Romand scopre un quaderno di settanta pagine di cui non sapeva nulla. Scritto da sua nonna nel 1915 in armeno, francese e greco, racconta il viaggio di un gruppo di donne e bambini armeni sulle strade dell’Anatolia, verso il deserto e la morte. Nel libro vengono pubblicati alcuni estratti di quel quaderno, in parallelo con le conversazioni che l’autrice aveva con la nonna che l’ha cresciuta. Confrontando il ricordo di quelle conversazioni con le terribili descrizioni del quaderno, Anny Romand rivive l’infinito dolore degli Armeni, filtrato attraverso gli occhi di una bambina. L’innocenza di fronte all’orrore.

«Quando avevo otto anni mia nonna mi raccontava la sua storia, la storia tragica del massacro degli armeni, avvenuto cinquant’anni prima. Ero la sola ad ascoltarla, affascinata e sconvolta. Mia madre era molto contrariata quando ci trovava in lacrime, una nelle braccia dell’altra: la farai impazzire, questa bambina! …Ma dal racconto di mia nonna emergeva una giovane donna colta, bella, raffinata e libera. Vorrei condividere con voi quel racconto»                                                                                     Anny Romand