Forse per la prima volta la generazione degli anni Sessanta prende finalmente congedo dal proprio passato in questo romanzo intessuto di sentimento, ma anche di lucida ironia.
Un paese: volti che si assomigliano, abitudini che non cambiano. Radici. Francesca torna in quel paese nel 1989, vent’anni dopo averlo lasciato, e ritrova amicizie, parole, amori e canzoni. Tutte le tracce ancora visibili del suo appassionato romanzo di formazione.
Scorrono i giorni del grande caldo immobile e delle fiere, dei balli, delle notti piene d’anguria e di “ti ricordi?”. Li accompagna l’indimenticabile colonna sonora di un’epoca (Kinks, Beatles, Nomadi, Caselli). Ma questa volta c’è un segreto nell’aria, che fa slittare tutte le prospettive e trae in inganno anche la memoria. Perché Francesca è tornata? Perché qualcuno continua a spedirle misteriose buste gialle? Scritto in un lessico familiare impastato di voci di memoria e di paese, luoghi comuni e poesie, questo diario di una generazione tormentata che ha respirato l’aria del boom e del ’68 senza essere mai andata a sedersi in prima fila, rilancia una domanda: da quel paese, da ogni paese, bisogna andarsene?«Un romanzo che fa rivivere al lettore paesaggi ed eventi e lo porta a partecipare le passioni, i ricordi e le delusioni di una straordinaria compagnia di “reduci” dalla giovinezza perduta». Umberto Eco«Vengono fuori man mano inavvertitamente i ricordi dei sogni e delle delusioni di una generazione che attraversò gli anni Cinquanta e Sessanta
mescolando canzoni, politica, sentimenti in un amalgama confuso, vitale e bruciante reso molto bene dallo stile originale di questo romanzo, che racconta in modo insolito una storia comune…»
Raffaele La Capria
Un paese: volti che si assomigliano, abitudini che non cambiano. Radici. Francesca torna in quel paese nel 1989, vent’anni dopo averlo lasciato, e ritrova amicizie, parole, amori e canzoni. Tutte le tracce ancora visibili del suo appassionato romanzo di formazione.
Scorrono i giorni del grande caldo immobile e delle fiere, dei balli, delle notti piene d’anguria e di “ti ricordi?”. Li accompagna l’indimenticabile colonna sonora di un’epoca (Kinks, Beatles, Nomadi, Caselli). Ma questa volta c’è un segreto nell’aria, che fa slittare tutte le prospettive e trae in inganno anche la memoria. Perché Francesca è tornata? Perché qualcuno continua a spedirle misteriose buste gialle? Scritto in un lessico familiare impastato di voci di memoria e di paese, luoghi comuni e poesie, questo diario di una generazione tormentata che ha respirato l’aria del boom e del ’68 senza essere mai andata a sedersi in prima fila, rilancia una domanda: da quel paese, da ogni paese, bisogna andarsene?«Un romanzo che fa rivivere al lettore paesaggi ed eventi e lo porta a partecipare le passioni, i ricordi e le delusioni di una straordinaria compagnia di “reduci” dalla giovinezza perduta». Umberto Eco«Vengono fuori man mano inavvertitamente i ricordi dei sogni e delle delusioni di una generazione che attraversò gli anni Cinquanta e Sessanta
mescolando canzoni, politica, sentimenti in un amalgama confuso, vitale e bruciante reso molto bene dallo stile originale di questo romanzo, che racconta in modo insolito una storia comune…»
Raffaele La Capria