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Una donna si risveglia dal coma dodici anni dopo e il primo libro in cui si imbatte è un romanzo di Federico Moccia.
Uno scrittore di scarsissima fama prova per Moccia un’invidia devastante che lo spinge prima a imitarlo, poi ad aggredirlo.
Un drogato di computer, nei suoi timidi approcci al mondo femminile, è costretto a confrontarsi con citazioni di Federico Moccia.
Una donna in carriera, snobbata dal marito, tenta una storia d'amore alla Moccia per riconquistarlo e vendicarsi.
In questo romanzo, tutt'altro che patinato, la realtà e Moccia giocano una partita dall'esito per nulla scontato. Volevo essere Moccia è una storia satirica, buffa, commovente, cruda. E, soprattutto, "diversamente autentica".
NOTA AUTORE "ALBERTO BRACCI TESTASECCA" romano di famiglia toscana, gran viaggiatore, ha collezionato i più svariati lavori in giro per il mondo prima di lasciare tutto nel 2000 per dedicarsi unicamente alla scrittura. Ha tradotto e traduce opere di Eric-Emmanuel Schmitt, Jane Gardam, Anna Politkovskaja, Laurence Cossé, John Pilger e numerosi altri autori contemporanei. Collabora alla rivista Limes. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo con le Edizioni e/o, Il treno.